Descrizione
Deriva da un semenzale casualmente individuato a S. Pietro Capofiume, frazione di Molinella (BO), nel 1896. Nel 1962, il prof. Sansavini dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Bologna individuò, nel Ferrarese, un mutante poi denominato “Abbondanza rossa”. Esso differisce per l’intensa pigmentazione rossa estesa su tutto l’epicarpo e che, nel frutto maturo, tende a diffondersi anche alla polpa sottostante.
In virtù delle sue caratteristiche agronomiche e merceologiche, Abbondanza ebbe una buona diffusione in Emilia-Romagna e Veneto a partire dagli anni ’30 e fino agli anni ’70, riscuotendo un buon apprezzamento anche per l’esportazione all’estero.
In tempi recenti è stata abbandonata e rimangono ormai poche piante, coltivate più a scopo amatoriale che commerciale. I frutti sono ottimi da cuocere, da essiccare e per estrazioni varie, oltre che da consumo fresco.